Laboratorio a cura di Alessandro Di Grazia

Qualsiasi narrazione di sé non è mai vera o quanto meno non è vera del tutto. Rispetto a questa esperienza, che perlopiù rimane in ombra, sappiamo che scalfire il mito contenuto nell’autonarrazione significa approssimarsi a qualcosa di decisivo per il soggetto che può essere anche pericoloso, sempre che ci si riesca un pochino, appunto con un poco di verità.

Partendo dalle pagine di Derrida che sul tema del lutto ha svolto un’importante critica a Freud, condizionato senz’altro da un approccio positivistico alla questione.

Il racconto di sé può apparire come un tentativo di porre ordine e senso nella propria storia; così facendo abbiamo l’impressione di poterci rintracciare in un passato che vorremmo familiare. Ma la natura anacronistica della storia ne illumina la struttura stratificata in cui ciò che è lontano può divenire un’attualità bruciante, mentre l’oggi può essere immediatamente confinato in un passato remoto.